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Il Parlamento europeo ha approvato il nuovo regolamento europeo sull’agricoltura biologica, che dal 2021 sostituirà l’attuale quadro normativo datato 2007, quando era stato aggiornato il primo regolamento del 1991. Con 466 voti a favore, 124 voti contrari e 50 astensioni, il Parlamento europeo ha ratificato il testo su cui si era raggiunto un accordo di massima tra le tre istituzioni dell’Ue nel novembre scorso.
In base al nuovo regolamento, i controlli sui produttori avranno cadenza annuale e potranno diventare biennali se non si riscontreranno frodi per tre anni consecutivi. Al fine di ridurre i costi, i piccoli produttori potranno ottenere certificazioni di gruppo. Per quanto riguarda le importazioni da paesi extra Ue, si passerà dall’attuale principio di equivalenza, che richiede solo il rispetto di standard analoghi, alla necessità che le aziende esportatrici verso l’Ue si conformino alle norme comunitarie.
Le aziende miste, che producono sia alimenti convenzionali sia biologici, dovranno far sì che le due coltivazioni siano chiaramente ed effettivamente separate. Per evitare la contaminazione con i pesticidi, gli agricoltori saranno obbligati ad adottare misure precauzionali. In caso di sospetta presenza di un pesticida o di un fertilizzante non autorizzato, il prodotto finale non potrà adottare l’etichetta di biologico fino a un’ulteriore indagine. Se la contaminazione sarà deliberata o il coltivatore non avrà adottato precauzioni, l’azienda perderà la certificazione biologica.
Infine, ed è stato fino alla fine il punto di maggior polemica, il nuovo regolamento stabilisce che i Paesi come l’Italia, dove al momento si applicano soglie massime per le sostanze non autorizzate nei cibi biologici, come i pesticidi, potranno continuare a farlo, a condizione che permettano ai prodotti bio provenienti da altri paesi Ue di entrare nel loro mercato, se rispettano le regole dell’Unione.
Quattro anni dopo l’entrata in vigore del nuovo regolamento, la Commissione Ue valuterà l’efficacia delle norme contro la contaminazione, le soglie nazionali e, se lo riterrà necessario, elaborerà un progetto di legge per armonizzarle.I Paesi come l’Italia, che impongono soglie ai fitosanitari, saranno costretti ad accettare i prodotti bio importati che rispettano le regole dell’Ue.
Sul nuovo regolamento, il presidente di FederBio, Paolo Carnemolla, conferma il giudizio “nel complesso negativo” che aveva espresso al momento del compromesso raggiunto lo scorso novembre, pur riconoscendo “lo sforzo compiuto dalle diverse parti in causa per migliorare il testo iniziale della Commissione. Sono state tenute in considerazione alcune delle richieste dei produttori biologici, tra queste la possibilità della certificazione di gruppo per le piccole aziende agricole riunite in cooperative e organizzazioni locali, strumenti per garantire un quadro di controllo e di garanzie anche sui prodotti importati dai Paesi extra europei. Lo sviluppo del settore biologico deve ora diventare una priorità delle politiche europee e nazionali, a partire dalle programmazioni regionali dei Piani di sviluppo rurale agli acquisti verdi della pubblica amministrazione”.
Negativo anche il giudizio di Paolo De Castro, vicepresidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo, secondo il quale “l’esito dei negoziati per dare nuove regole alla produzione biologica in Europa rappresenta un’occasione persa. Per noi, tuttavia, la sfida di replicare o avvicinare il più possibile il sistema europeo al modello biologico di alta qualità e sostenibilità italiano resta aperta. Il punto cruciale negativo è aver eliminato completamente le soglie per i residui di fitofarmaci. Che differenza c’è con l’agricoltura convenzionale?”.

Fonte: Il Fatto Alimentare